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Cosa vedere a Fiumefreddo

Uno dei Borghi Più Belli d'Italia

Il centro storico di Fiumefreddo Bruzio

Sul mar Tirreno, in provincia di Cosenza, il centro storico di Fiumefreddo Bruzio è tra quelli più ammirati e da visitare in una vacanza in Calabria. Fiumefreddo fa parte di quella serie di borghi medievali che compongono il Basso Tirreno cosentino.
Un borgo vissuto dai fiumefreddesi e apprezzato da tanti turisti visitatori.
Celebrato da artisti e da programmi tv che lo hanno inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia.

Fiumefreddo Bruzio, una storia millenaria

Fiumefreddo ha probabilmente una storia quasi millenaria, il villaggio fu fortificato dai condottieri normanni giunti sul territorio nell’XI secolo, guidati da Roberto il Guiscardo (l’astuto).
I Normanni in Calabria facevano parte della discendenza della famiglia Altavilla (nord della Francia), come il Guiscardo, leader carismatico.
Cari appassionati di viaggi, cosa vedere a Fiumefreddo Bruzio è presto detto.
Si comincia con una escursione nell’amena valle del fiume Cent’Acque-Fiume di Mare, per scoprire l’ex abbazia di Fonte Laurato, per poi tornare in paese a conoscere la meravigliosa storia di Salvatore Fiume e del genio artistico che sconvolse Fiumefreddo Bruzio.

L’ex abbazia di Fonte Laurato

Simone de Mamistra, legato alla dinastia normanna, fu l’amministratore del feudo fiumefreddese che nel 1201 donò un decrepito monastero all’Ordine Florense.
L’edificio spiccava nella rigogliosa valle Cent’Acque che fiancheggia il gigante monte Cocuzzo (1541 metri).
Il gruppo monastico aveva come leader spirituale e fondatore l’abate Gioacchino da Fiore – filosofo e teologo calabrese.
Gioacchino morì in odore di santità nel 1202 e fu citato persino da Dante Alighieri nel XII canto del Paradiso per le sue capacità profetiche e interpretative della Storia.
Per la presenza di numerose limpide sorgenti d’acqua e per una particolare vegetazione di alloro, il possedimento florense fu detto Abbazia di Fonte Laurato.
È oggi proprietà privata ma visitabile su richiesta, in compagnia delle guide di Core Calabro.

Il castello di Fiumefreddo

A margine dell’antico borgo si ergono i resti del castello, un maniero che fu la residenza degli storici feudatari di Fiumefreddo Bruzio: gli Alarcón Mendoza.
C’è un doppio cognome perché la dinastia nacque dall’unione di due famiglie.
La dinastia regnante ebbe come capostipite Fernando Alarcón, militare di gran carisma al servizio di Carlo V e protagonista assoluto dei fatti di guerra accaduti nella prima metà del 1500 in Italia.
Poi vi fu Pedro Gonzales de Mendoza, fidato compagno d’armi di Fernando e sposo di sua figlia Isabella.
Spesso si nota la denominazione di Castello della Valle, ciò perché l’Alarcón era anche Marchese della Valle Siciliana, in Abruzzo, oltre a essere in possesso del feudo di Rende in Calabria.
Il castello di Fiumefreddo Bruzio è stato l’ultimo baluardo nell’assedio dei francesi napoleonici del 1806-07.
Recuperato per usi turistici e per organizzare mostre e convegni, esso è un meraviglioso balcone sul mare.

L’artista Fiume a Fiumefreddo Bruzio

Il vecchio castello è un monumento davvero imperdibile per chi vuole scoprire cosa vedere a Fiumefreddo Bruzio.
Ma è un’attrazione turistica soprattutto per la sala che custodisce gli affreschi del grande artista Salvatore Fiume, genio novecentesco.
Fiume conobbe per pura casualità il paese che divenne sua residenza artistica a partire dagli anni ’70 del ‘900.
In quel decennio egli aveva già una fama internazionale, con sue opere esposte al Museum of Modern Art di New York e alla Biennale di Venezia.
É con il suo estro e con la sua follia artistica che Fiumefreddo si riscoprì pervasa da un fermento d’arte contemporanea e anticonformista.
Pitture e sculture che quasi fecero scandalo, colori vivacissimi e forme femminili generose che rapivano lo sguardo dei curiosi.
Fiume fece delle vere e proprie performance live, salendo come un equilibrista sulle impalcature e regalando un nuovo aspetto al castello, a piazze e chiese.
Un altro capolavoro artistico è l’affresco dell’intradosso della cupola della chiesetta di san Rocco.
Qui l’autore si ispirò a Goya e rappresentò il santo di Montpellier nell’azione purificatrice e miracolosa di quando allontanò la peste nel ‘300, imperversante in Italia.
L’incontro con le comunità appestate è immaginato con una forza espressiva commovente.

Largo Torretta

Consigliamo una sosta presso largo Torretta, una delle viste panoramiche più belle.
Si possono fotografare estasianti tramonti sul mare, un orizzonte visivo che permette d’inquadrare il golfo di sant’Eufemia a sud e la costa a nord che arriva fino alle colline paolane e ai monti dell’Orsomarso ancora più dietro.

La chiesa matrice di Fiumefreddo Bruzio

Infine, una visita nella chiesa matrice, collocata immediatamente dopo la vecchia porta d’ingresso del borgo.
Nella navata si possono apprezzare delle tele magistrali del Solimena (san Nicola di Bari in gloria, che salva il fanciullo coppiere) e del pittore locale più famoso che è Giuseppe Pascaletti, vissuto nel ‘700 (Madonna del Carmine).