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Bronzes Anatomy

I Bronzi? Non sono statue, ma una lezione di anatomia, di chimica, un viaggio nel corpo umano! La visita turistica dei Bronzi di Riace al museo di Reggio Calabria può trasformarsi in una guida alla scoperta dei muscoli e dei superlativi dettagli fisionomici esaltati dall’artista.

Forse sono già la coppia (inanimata?) più famosa al mondo. Tante sono le storie, gli intrecci, gli aneddoti relativi alla loro scoperta nel mar Ionio a una decina di metri di profondità. Era il 1972.

Numerose le indagini fatte per capire dove fossero sistemati 2500 anni fa e quindi molte ipotesi – anche fantasiose – su chi fosse il soggetto rappresentato all’epoca.


Chi sono i due robusti, statuari, Bronzi di Riace?


Be’, noi di Core Calabro proveremo a darvi aggiornamenti su tutte le ricostruzioni messe in circolazione dagli studiosi, offrendovi un romanzo a puntate che vi faccia appassionare a questa stupenda storia di “eroi” venuti dal mare. Vi basti sapere che la loro identificazione passa, con molta probabilità, dalla mitica storia dei Sette a Tebe (Eschilo ne fece una trasposizione in tragedia nel V secolo a. C.), ovvero l’antichissimo poema epico della Tebaide, la guerra tra i due fratelli Polinice ed Eteocle (che sono i figli di Edipo e Giocasta), che si contendevano appunto il possesso di Tebe.

Bronzo A, profilo, retro

Oggi però vogliamo raccontarvi del nostro primo incontro con i due “guerrieri”, che non fu un colpo di fulmine, ma certamente provocò in noi un grande impatto emotivo.
Si trattò di una divertente gita scolastica, studenti in visita ai Bronzi di Riace al museo di Reggio Calabria, nell’ebbrezza adolescenziale che non ti fa prendere sul serio il significato immenso di un monumento di tal fatta.
😳 Ricordiamo il silenzio, reverenziale, al museo archeologico reggino nel varcare la soglia della sala che li ospitava.
Ricordiamo anche 😨 una certa soggezione nell’incrociare quello sguardo “minaccioso” del Bronzo A, quello che si volta di scatto verso destra e sembra voler urlare qualcosa, sembra che stia per iniziare a sbuffare per il nervosismo, mentre il suo “collega” è calmo e non ha quel senso di bellicosità che trasuda dal primo.

 

La meraviglia del turista al cospetto dei Bronzi di Riace

Possiamo ben dire che il primo incontro con i Bronzi è stata una bella lezione di Anatomia!
Il maestro greco che ha modellato quelle forme, con pazienza, prima e dopo aver colato il bronzo fuso, era di sicuro un super esperto conoscitore del corpo umano, dei muscoli, delle ossa, delle vene.
Come scrisse decenni fa Paolo Enrico Arias, tra i più grandi archeologi del ‘900, quando la si fissa, la corporatura del Bronzo A, non puoi fare a meno di notare la resa perfetta del muscolo denominato sternocleidomastoideo – che si contrae a destra e invece sta bello teso a sinistra, proprio come quando noi ruotiamo di scatto la testa. Lo vedete?

 

Bronzo A, sguardo, profilo, mezzo busto

Sotto la barba, sotto il mento, è come una V che si forma al centro del collo.  E che dire della linea verticale dello sterno, che va a terminare impeccabilmente in un punto denominato processo xifoideo (quando finiscono i muscoli pettorali, un po’ più giù, al centro tra i due, si nota una sorta di fossetta). Da qui, la linea alba che va fino all’ombelico, evidenziando la simmetria delle partizioni dell’addome, ossia la “tartaruga” che gli atleti non mancano mai di esibire. Si vedono anche i muscoli intercostali.

 

Bronzo A, foto di Giuseppe Carbone

E poi sulle braccia spiccano fenomenali tricipiti, bicipiti, il muscolo brachioradiale che è nell’avambraccio, poi la vena cefalica, e la cubitale che dovrebbe essere attaccata alla basilica.
Ci fermiamo qui per non sembrare dei “pesantoni”, sottolineando però come l’artista sia stato anche un maniaco del volto, della testa… labbra in rame quasi puro, come i capezzoli, occhi in calcite, le ciglia fatte scrupolosamente sfrangiando una laminetta di rame, denti del Bronzo A ricoperti con una lamina d’argento. I Bronzi hanno persino la caruncola lacrimale fatta con una specie di pietra rosa – dice il professor Daniele Castrizio dell’Università di Messina, una cosa che impressiona perché rarissima da trovare.

 

Bronzo A, profilo, primo piano, denti, caruncola lacrimale